Preparativi di guerra - Ianua

Versione latino libro Ianua

Philippus impigre terra marique parabat bellum. Navales copias Demetriadem in Thessaliam contrahebat. ... Per aliquot horas aequis viribus pugnaverunt nec quicquam ili ad regem hi ad consulem rettulerunt.

Instancabilmente Filippo, preparava la guerra per terra e per mare. E radunava le truppe navali a Demetriade in Tessaglia;

e credendo che Attalo e la flotta romana si sarebbero posti in movimento da Egina all'inizio della primavera, mise a capo delle navi situate sulla costa marittima Eraclide, che anche prima aveva scelto come comandante; lui in persona allestiva le truppe di terra, ritenendo di aver sottratto ai Romani due grandi rinforzi di truppe, da una parte gli Etoli e dall'altra i Dardani, mentre dal figlio Perseo erano state rese inaccessibili le strette gole nelle vicinanze della Pelagonia. Il console Sulpicio già preparava e dava inizio alla guerra. E conduceva l'esercito attraverso il territorio dei Dassereti, trasportando intatto il grano, che aveva portato via dall'accampamento invernale.

Le città ed i villaggi, in parte di propria volontà, e in parte per il timore, si arrendevano; (certe) alcune città venivano trovate deserte, dato che i barbari si erano rifugiati sulle alture vicine. Si accampò a Lineo, vicino al fiume Bevo: da lì mandava (i soldati) nei paraggi ad approvvigionarsi di frumento nei granai dei Dassereti. Per di più Filippo notando da ogni parte la costernazione di tutto il paese, mandò un drappello di soldati a cavallo ad esplorare dove i nemici si fossero diretti. Il console era nella stessa incertezza: sapeva che il re si era allontanato dall'accampamento invernale, ma ignorava dove fosse diretto.

Anch'egli aveva spedito dei soldati a cavallo ad esplorare. Questi due squadroni di cavalleria, dopo aver vagato per le terre dei Dassareti, provenienti da strade diverse, alla fine si vennero a trovare sullo stesso percorso. Non appena si udì da lontano lo strepito degli uomini e dei cavalli, entrambi gli schieramenti compresero che i nemici erano vicini. Per molte ore combatterono con forze alla pari. Nè quelli riferirono alcuna notizia al re né gli altri al console.

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