Admeto e Alcesti secondo mitrografo vaticano - versione latino

Admeto e Alcesti secondo mitrografo vaticano
Versione latino libro il testo latino Pagina 153 numero 3

Admetus rex Graeciae Alcestam in coniugio petiit, cuius pater edictum proposuérat ut, si quis duas feras sibi dispàres suo currui iungéret, illam in coniugio accepisset....

Admeto, re della Grecia, chiese in moglie Alcesti, il cui padre aveva pubblicato un editto secondo cui, se qualcuno avesse aggiogato al suo carro due fiere tra loro dissimili, l'avrebbe avuta in moglie.

Admeto invocò aiuto da Apollo ed Ercole, che aggiogarono al suo carro un leone e un cinghiale; così ebbe in moglie Alcesti. Quando Admeto si ammalò e l'estremo fato lo sovrastava, l'oracolo rispose che poteva ancora vivere, qualora vi fosse qualcuno disposto a morire al suo posto.

Ma Alcesti, saputo che morendo poteva prolungare la vita di suo marito, si offrì alla morte. Rammaricandosi dolorosamente Admeto della sua morte, Ercole, discendendo agl'inferi per trarne fuori il cane dalle tre teste, ricondotta dall'Ade Alcesti, la rese ad Admeto. Admeto fu così chiamato come uno che potrà lasciarsi prendere dalla paura, alce in greco significa arditezza ostinata;

quindi la mente, nella speranza che a lei si unisca la fortezza, aggioghi al suo carro due fiere, ovvero acquisisca le due virtù dell'animo e del corpo, il leone come virtù dell'animo, il cinghiale quale virtù del corpo. Si propizia Apollo ed Ercole, cioè la saggezza e il valore

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