Tum Hannibal pugnae signum dedit omnibus copiis quae simul in Romanos impetum ...

Allora Annibale dette il segnale di battaglia a tutte le truppe, le quali contemporaneamente fecero un assalto contro i Romani.

L'esercito Romano non era completamente schierato, i nostri, dunque, combatterono disordinati e scompigliati, poiché sui lati li bloccavano i monti e il lago e davanti e alle spalle li bloccavano gli schieramenti dei nemici. Per la verità i Romani non avevano speranza né di vittoria, né di salvezza. Nella densa nebbia i pianti dei feriti si mescolavano con lo strepito delle armi. Tutti, sia i Romani, sia i Cartaginesi, combattendo per quasi tre ore, non avvertirono il terremoto, che atterrò grandi porzioni di molte città dell'Italia, deviò dal corso rapidi torrenti e danneggiò i monti con un ingente crollo:

infatti gli animi erano concentrati sulla battaglia. Nella mischia sanguinosa la disfatta dei Romani fu grande.

Gli storici narrano che molti andarono incontro alla morte combattendo valorosamente, altri, andando via dal campo di battaglia, furono trucidati dai cavalieri dei nemici; e che pochi scamparono attraverso le gole dei monti. Flaminio, che non volle ritirarsi dalla battaglia, cadde trafitto da una lancia.

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