In viaggio da Ostia a Roma

Advenae, qui e Graecia Ostiam navi pervenerunt, ... pedibus ad forum contenderunt.

Gli stranieri (advena, ae ma maschile) che dalla Grecia con la nave sono giunti ad Ostia, per prima cosa ristorarono i corpi (corpus, corporis neutro quindi corpora è neutro plurale accusativo)

con il cibo ed il sonno, poi nel pomeriggio (lett. nel tempo pomeridiano) noleggiarono (conduco) una carrozza e andarono (contendo) a Roma. Durante il viaggio l'auriga (il cocchiere) mostrò ai viaggiatori il Fiume Tevere e disse:" Sono narrate dai poeti molte leggende sul fiume. "Enea, un antenato del popolo Romano, quando giunse nel Lazio, vide l'immagine del Tevere nei sogni (plurale)

e il suo animo fu rassicurato dalle predizioni del Dio. La corrente rende i campi fecondi, ma qualche volta, è causa di molti danni per i contadini: infatti a causa di forti ed incessanti piogge viene giù dall'Appenino una grande abbondanza d'acqua (letteralmente plurale "di acque") e distrugge l'opera dei contadini. Poi si corre verso la città ora si videro (videntur) le fattorie ed i villaggi, ora i campi ricchi di raccolti, ora i pascoli estesi, dove le greggi di pecore e le mandrie di mucche vagano placidamente.

Verso sera si arrivò alle mura di Roma: le mura come è leggenda furono costruite dal re Servio Tullio. Quando giunsero a Porta Capena i viaggiatori lasciarono la carrozza e per le vie della città mentre una moltitudine di uomini correva e si affannava a piedi verso il foro, continuarono il cammino.

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