Cesare pacifica gli edui
Haedui Caesarem advocaverunt quia controversia inter populi primores facta erat. Romanus dux, non ignorans quanta ... Fine: equitatus partem illi attribuit, partem sibi reliquit.
Gli Edui chiamarono in aiuto Cesare poiché era sorta una controversia tra i più eminenti del popolo.
Il comandante Romano, non ignorando quanti danni fossero stati soliti nascere dai dissensi e quanto fosse legata la nazione degli Edui (che dallo stesso era sempre stata fornita di ogni cosa) al popolo Romano, decise di andare dagli Edui e convocò tutto il senato a Decezia. Dopo che quasi tutta la cittadinanza si fu riunita lì, Cesare chiese chi tra i più eminenti degli Edui avesse osservato le leggi e chi, al contrario, avesse preso il potere con la forza.
Dopo che gli Edui dissero che il popolo aveva attribuito a Convittolitave il potere secondo la legge e l'antico costume della città, Cesare ordinò che costui divenisse re degli Edui. Emessa questa decisione, così parlò agli Edui: «Spero che manderete velocemente all'accampamento Romano tutta la cavalleria e diecimila fanti, poiché molti miei soldati sono feriti. Quindi, quando tutta la Gallia sarà stata sottomessa, conferirò al vostro popolo tutti i premi che avrete meritato». Dopo pochi giorni, quando giunsero all'accampamento le truppe ausiliarie degli Edui, Cesare divise l'esercito in due parti:
diede a Labieno quattro legioni da condurre nei territori degli Senoni e dei Parisii, sei le condusse da sé nei territori degli Averni, verso la città di Gergovia, lungo il fiume Elavere; assegnò una parte della cavalleria a quello una parte la lasciò per sé.