Causam dicebat apud divum Iulium ex veteranis quidam paulo violentior adversus ...
Sosteneva un processo di fronte al divino Giulio, un tale tra i veterani, un po' troppo violento nei riguardi dei suoi vicini, ed era incalzato dal processo.
Disse: O comandante supremo, ti ricordi, che in Spagna tu ti distorcesti un piede nei pressi del Sucrone? Dopo che Cesare ebbe detto di ricordarsene: Ti ricordi senz'altro che, quando volesti sedere sotto un certo albero che diffondeva un minimo d'ombra, a causa del sole caldissimo, ed il luogo era del tutto dissestato, e in esso, quell'unico albero era spuntato tra rocce aguzze, un tale tra i commilitoni stese a terra il suo mantello? Dopo che Cesare ebbe detto:
E certamente, stremato dalla sete, poiché non potevo andare alla sorgente più vicina, in quanto infortunato, volevo strisciare per mezzo delle mani, se il commilitone, un uomo coraggioso e valoroso, non mi avesse portato dell'acqua all'interno del suo elmo. Disse: O comandante supremo, puoi tu, dunque, riconoscere quell'uomo o quell'elmo? Cesare rispose di non poter riconoscere l'elmo, ma di poter certamente riconoscere l'uomo, e aggiunse irritatissimo: Tu non sei assolutamente lui. Rispose: Giustamente, o Cesare, tu non mi riconosci, infatti, quando avvenne questo episodio, io ero illeso; successivamente, a Munda, sul campo di battaglia, mi è stato cavato un occhio, e nella testa mi sono state tolte delle ossa. E se lo vedessi, non riconosceresti neppure quell'elmo: infatti venne spaccato in due da una spada Spagnola.
Cesare non esitò a far dono al suo soldato i piccoli poderi nei quali era stata la strada vicinale causa della zuffa e dei litigi.