Crotoniensibus olim nulla virtutis exercitatio erat: omnes cives mutavissent vitam luxuriam ...

Un tempo i Crotoniensi non praticavano in alcun modo la virtù (lett. : "non avevano nessuna pratica della virtù"): tutti i cittadini avrebbero scambiato la vita col lusso, se il filosofo Pitagora non fosse stato tra loro.

Egli, formatosi con i grandi principi della saggezza, partendo dapprima per l'Egitto, e poco dopo per Babilonia, per imparare a fondo i movimenti degli astri, aveva conseguito una grande preparazione. Una volta ritornato da lì, si era diretto a Sparta, per conoscere le leggi di Minosse e di Licurgo, illustri a quell'epoca. Preparato in tutte queste materie, giunse a Crotone, e, con la sua autorevolezza, richiamò alla pratica della frugalità il popolo, caduto nella dissolutezza.

Ogni giorno, infatti, egli elogiava la virtù ed elencava i difetti dell'amore per il lusso. Separatamente, ripeteva molte cose anche alle matrone e ai fanciulli: ora insegnava a queste la pudicizia e le forme di obbedienza nei confronti dei mariti, ora insegnava a quelli la temperanza e lo studio della letteratura. In mezzo a queste cose, insegnava la frugalità a tutti i cittadini, e, per mezzo della costanza delle discussioni, aveva ottenuto che le matrone mettessero da parte gli abiti dorati e tutti gli altri ornamenti in quanto strumenti di sfarzo, e che, dopo averli portati tutti nel tempio di Giunone, li consacrassero proprio a quella dea.

Egli infatti insegnava che i veri ornamenti delle matrone sono la pudicizia, non gli abiti.

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