Il primo lectisternium di Roma (399 a. C.)

Dopo che, Terracina, nei (territori) Volsci, poiché in una giornata festiva la sorveglianza era stata trascurata, fu recuperata in breve tempo, l'anno fu straordinario per l'inverno gelido e nevoso, a tal punto che le strade furono chiuse e il Tevere innavigabile.

Sia per le intemperie del cielo, essendosi compiuto rapidamente un cambiamento in senso opposto, sia per qualche altro motivo, una estate pesante e rovinosa per tutti gli animali, sostituì il doloroso inverno. Dal momento che non si trovava né la causa, né la spiegazione di quel flagello irreparabile, per decreto del Senato furono consultati i libri Sibillini.

I duumviri preposti alle cerimonie sacre, fatto allora per la prima volta nella città Romana un lettisternio, per otto giorni cercarono di placare Apollo, Latona e Diana, Ercole, Mercurio e Nettuno dopo aver imbandito i letti per tre giorni. Questo (rito) sacro fu celebrato anche privatamente. Con le porte spalancate in tutta la città e offrendo all'aperto il consumo comune di tutte le cibarie, narrano che ovunque forestieri, conosciuti e sconosciuti, venivano ospitati e si discorreva socievolmente e affettuosamente anche con i rivali.

Furono rimosse in quei giorni anche le catene ai prigionieri, e in seguito non si giudicò opportuno incatenare di nuovo coloro ai quali gli déi stessi avevano concesso la libertà.

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