La ribellione dei Belgi.

Mentre Cesare si trovava in Gallia con le legioni nei quartieri invernali, da una lettera di Labieno venne a sapere che tutti i Belgi congiuravano contro il popolo Romano e che (i nemici) si scambiavano tra loro ostaggi.

Scosso da queste notizie e dalla lettera, immediatamente arruolò due nuove legioni e giunse nella Gallia interna con il legato Q. Pedio. In quel luogo i Senoni gli riferirono che dai Belgi veniva organizzata una truppa e che veniva radunato in un solo luogo un ingente esercito.

Allora, in realtà, senza aver frapposto alcun indugio, Cesare, preparati i viveri, toglie l'accampamento e in breve tempo arriva nella regione dei Belgi. Dopo che era giunto in quel luogo i Remi, vicini ai Belgi, inviarono a lui i più importanti ambasciatori della città, affinché dicessero che consegnavano se stessi e tutte le loro cose sotto la protezione e il potere del popolo Romano, e che non si sarebbero accordati con i restanti Belgi e che non avrebbero congiurato contro il popolo Romano e che sarebbero stati pronti sia a fornire ostaggi sia ad aiutare con frumento e con altre cose.

Quelli confermarono anche che tutti i Belgi erano in armi e che i Germani si erano alleati con loro, e che la rabbia di tutti loro contro i Romani era grande.

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