Morte e apoteosi di Ercole.

Quando Ercole indossò la veste, immediatamente iniziò a bruciare; straziato dal dolore, si gettò nel fiume affinché le fiamme venissero spente, ma dopo che si era immerso, il fuoco ardeva ancora più forte.

Ma, mentre tentava di strappare la veste, si accorse che quella si era attaccata alle carni in una maniera così inestricabile che mentre solleva la stoffa, lacerava anche la pelle e le sue viscere.

Allora Ercole gettò in mare Lica, che gli aveva offerto la veste e, nel luogo in cui cadde spuntò dai flutti una roccia, che viene chiamata Licade. Allora si narra che Filottete, figlio di Peante, abbia costruito una pira per Ercole sul monte Eeta e lo abbia posto su di essa: tutti gli déi, poiché erano toccati dalla pietà nei confronti dell'uomo che aveva reso favori così grandi agli uomini, con il suo valore e con le sue forze, lo tirarono fuori dalle fiamme e lo misero nell'ordine delle divinità immortali.

Deianira, moglie di Ercole, con la coscienza sfinita dalle sofferenze, si uccise.

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