Puellae supplicatur et in humanis vultibus deae tantae numina placantur et in matutino progressu virginis victimis et epulis Veneris absentis nomen ...

Si rivolgono preghiere alla fanciulla, e le volontà di una dea tanto grande vengono placate nei volti umani, e durante la passeggiata mattutina della fanciulla, si placa il nome di Venere assente con vittime e banchetti, e quando poi ella si spostava per le piazze, le genti, in gran numero, le rivolgevano suppliche per mezzo di fiori intrecciati e sciolti. Questo incongruo trasferimento di onori divini al culto di una fanciulla mortale infiamma fortemente l'animo della vera Venere, e, incapace di sopportare l'indignazione, tremando mentre scuote la testa, (la dea) disse così tra sé e sé: Ecco che io, l'antica genitrice della Natura, Venere, la datrice di vita dell'intero universo, sono trascinata in compartecipazione con una fanciulla mortale nell'onore della maestà, e il mio nome, scritto dal cielo, viene profanato dalle sporcizie terrene!

Invano quel celebre pastore, del quale il grande Giove garantì la giustizia e la lealtà, mi preferì, per lo straordinario aspetto, a dee tanto grandi. Ma costei, chiunque ella sia, non avrà usurpato i miei onori gioendo così: infatti farò in modo che ella si penta proprio di questa bellezza illegittima.

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