Esiste un'arte dell'eloquenza? LECTIO BREVIOR versione latino Quintiliano

Esiste un'arte dell'eloquenza?
versione latino Quintiliano traduzione libro Lectio brevio

Transeamus ad eam quaestionem quae sequitur, an rhetorice ars sit. Quod quidem nemo, ex iis, qui praeceptis dicendi tradiderent, dubitavit, adeo ut etiam ipsis librorum titulis testatum sit “De arte rhetorica”. Cicero etiam dicit eam, quae rhetorica vocetur, eam esse artificiosam eloquentiam.

Quod non oratores tantum vindicaverunt, sed cum his philosophi, et stoici et peripatetici, plerique consentiunt.

Ac me dubitasse confiteor an hanc partem quaestionis tractandam putarem. Nam quis est adeo non ab eruditione modo, sed a sensu hominis remotus, ut fabricandi et texendi et e luto vas ducendi artem putet, rhetoricen autem, maximum ac pulcherrimum (ut supra diximus) opus, in tam sublime fastigium existimet sine arte venisse?

Equîdem illos qui contra disputarunt, non tam id sensisse quod dicerent, quam exercëre ingenia materiae difficultate credo voluisse... Quidam naturalem esse rhetoricen volunt et tamen adiuvari exercitatione non diffitentur, ut in libris Ciceronis de oratore dicit Antonius.

Passiamo alla questione seguente, ovvero se la retorica sia un'arte. Su ciò non nutrì dubbio alcuno nessuno di quelli, che tramandarono i precetti dell'eloquenza, tant'è vero che con gli stessi titoli dei libri si attestò "Sull'arte retorica". Anche Cicerone dice che quella chiamata retorica è un'eloquenza artificiale.

Tale concetto non solo gli oratori lo rivendicarono, ma con loro sono d'accordo, per la maggior parte, i filosofi, sia stoici che peripatetici.

E io confesso d'essere stato indeciso se trattare questo lato della questione. Infatti chi è tanto lontano non solo dalla cultura, ma anche dal buon senso da considerare arte quella di fabbricare, tessere e modellare dal fango un vaso, e da stimare invece che la retorica, l'opera più grande e bella (come sopra esposto), sia arrivato ad un fastigio tanto sublime senza arte? In verità credo che quelli i quali discussero all'opposto non volessero tanto essere convinti di quello che dicevano quanto corroborare l'ingegno con la difficoltà della materia.

Alcuni vogliono che la retorica sia un dono di natura e tuttavia non negano che possa essere aiutata dall'esercizio, come sostiene Antonio nei libri di Cicerone sull'oratoria

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