Magnum convivium in pompeiana villa - Magnum convivium in pompeiana villa - Versione latino lectiior facilior

Magnum convivium in pompeiana villa
versione latino dal libro lectior facilio

Iam advesperavit et domini amici in villam veniebant ne initium lautae cenae amitterent....

Già diventava sera e gli amici del padrone venivano a casa per non lasciarsi sfuggire l'inizio della lauta cena. Mentre da lontano il Vesuvio emetteva lunghe e lucide fiamme continuamente, il signore invitò gli amici al triclinio per mostrare le molte pietanze che dall'esperto cuoco della villa erano state cotte.

Il triclinio era veramente accurato e suntuoso: qui risplendevano preziose mense, coperte con rose, e intorno alla mensa erano dei letti con splendidi rivestimenti.

Inoltre i camerieri provvedevano affinché i vassoi, le stoffe, i crateri, le ampolle e i bicchieri non mancassero perché il signore si distinguesse nel convivio in tutte le parti. Furono portate corone di rose affinché le chiome dei convitati fossero cinte, allora i convitati stavano sdraiati lieri per trascorrere piacevolmente gioiose ore. Molti sevi presso la mensa amministravano ai convivi : versavano dalle anfore il vino di Priverno per riempire i bicchieri dei convitati, poi porgevano i delicati cibi per non esserci piatti vuoti che rimanessero nel convivio e infine fu felice perché tutti i suoi amici discussero felicemente di letteratura e filosofia: inoltre graziose suonatrici suonavano assiduamente.

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