Il cane amico dell'uomo - LINGUA MAGISTRA

Il cane amico dell'uomo versione latino traduzione dal libro Lingua Magistra vol. 1 pagina 198 numero 65

Omines canes semper dilexerunt atque adhuc diligunt; nam canes gaudiorum et maestitiae dominorum suorum socii (partecipi) sunt. Canes etiam aedium custodes sunt, nam terrent ...

Gli uomini amarono sempre i cani e ancora oggi li amano; infatti i cani sono partecipi delle gioie e della tristezza dei loro padroni.

I cani sono anche i custodi delle case, infatti spaventano e mettono in fuga i ladri con i loro denti aguzzi e gli energici artigli. I cani spesso furono difensori dei greggi e talvolta dei pastori e dei buoi; ancora ai giorni nostri tengono lontani lupi e volpi dai greggi. I cani da caccia sono cari ai cacciatori per la finezza del fiuto, la velocità delle zampe e l’ardore negli scontri contro le bestie feroci dei boschi.

Con piacere attraversano i boschi e cercano bestie e uccelli dai nascondigli; stanno addosso alla preda, la acchiappano e spesso la portano anche ai cacciatori. Gli antichi poeti, con i loro versi mostrarono le qualità dei cani e le elogiarono. In Omero, nell’Odissea, Argo il cane di Ulisse, per primo tra parenti e familiari riconobbe la voce del padrone dopo molti anni, ma poi non accorse ai piedi del padrone: infatti era privo di forze.

Muoveva soltanto debolmente la coda e con voce flebile salutava il padrone Ulisse. Alla fine chiuse gli occhi di una morte felice.

Copyright © 2007-2024 SkuolaSprint.it di Anna Maria Di Leo P.I.11973461004 | Tutti i diritti riservati - Vietata ogni riproduzione, anche parziale
web-site powered by many open source software and original software by Jan Janikowski 2010-2024 ©.
All trademarks, components, sourcecode and copyrights are owned by their respective owners.

release check: 2024-03-12 19:48:28 - flow version _RPTC_G1.3