Il cavallo di Troia - LINGUA MAGISTRA
Il cavallo di Troia
Versione dal libro lingua magistra
Achivi Troiam oppidum non expugnabant; ita Epeus, praecepto Minervae, equum magnum et ligneum ...
Gli Achei non espugnavano la citta di Troia; così Epeo, su consiglio di Minerva costruiva un cavallo grande e di legno; nell’ampio ventre del cavallo venivano raccolti i valorosi uomini Greci: Menelao, Ulisse, Diomede, Tessandro, Stenelo, Neottolemo e molti altri.
I Greci sul cavallo scrivevano “I Greci lo danno in dono a Minerva” e trasferivano l’accampamento nelll’isola di Tenedo. I Troiani vedevano la fuga dei Greci e avevano (provavano) una grande gioia.
Priamo comandava così: “O abitanti di Ilio, il cavallo sarà condotto nel tempio di Minerva e saranno celebrati dei giochi con grande gioia”. Cassandra invece, figlia di Priamo, gridava così: “Nel cavallo ci sono i nemici, distruggeranno la città di Troia”. Ma i Troiani non ascoltavano Cassandra e non ritenevano vere le parole della figlia di Priamo; così collocavano il cavallo nel tempio di Minerva.
Gli abitanti di Troia per via dei divertimenti e del vino venivano sopraffatti da un sonno profondo; il cavallo veniva aperto da Sinone infido Greco e balzavano fuori gli uomini Achei: uccidevano le sentinelle delle porte, facevano entrare i compagni nella città ed espugnavano Troia.