La morte non è la fine di tutto

Equidem efferor studio patres...

Sono senza dubbio sedotto dal desiderio di vedere i vostri padri, che ho stimato e venerato, né in verità desidero di raggiungere solo quelli che ho conosciuto di persona, ma anche quelli dei quali ho sentito (parlare) e ho letto ed ho scritto io stesso.

E senza dubbio, quando starò partendo per quel luogo, nessuno mi potrà trattenere facilmente, né mi potrà cucinare come Pelia.

Supponiamo che un dio mi conceda di ringiovanire da questa età e di vagire nella culla: rifiuterei risolutamente, e di certo non vorrei, una volta percorsa per così dire la pista, essere ricondotto dal traguardo alle gabbie di partenza. Cos'ha infatti la vita di confortevole? Ma ammettiamo pure che ne abbia, ha tuttavia di certo sazietà e un limite!

A me infatti non piace denigrare la vita, cosa che molti e dotti uomini fecero spesso, né mi pento di aver vissuto, poiché ho vissuto in maniera tale da non ritenermi nato invano, ma me ne vado dalla vita come si va via da un albergo, non come si va via da una casa.

Versione tratta da: Cicerone

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