Riconoscenza verso il poeta Archia

Si quid est in me ingeni, iudices, quod sentio quam sit exiguum, aut si qua exercitatio dicendi ...

Oh giudici, se in me c'è qualcosa del talento, e sento quanto questo sia esiguo, o qualche abilità nel parlare, cosa nella quale non nego di essere un pò versato, o una qualche cognizione di questa materia, derivata dagli studi dei migliori trattati e dalla disciplina, dalla quale neppure un momento della mia vita confesso di essermi allontanato, di tutte queste cose deve rivendicare da me il frutto per suo legittimo diritto soprattutto questo A. Licinio.

Infatti, fino quanto lontano la mia mente riesce a riguardare indietro lo spazio del tempo trascorso, e a rammentare il più lontano ricordo della fanciullezza, vedo che egli è stato per me il più importante ai fini dell'intraprendere e dell'affrontare la conoscenza di questi studi. Per cui se questa voce, formatasi grazie all'esortazione e agli insegnamenti di costui, talvolta fu di salvezza per qualcuno, certamente a questo stesso, dal quale ricevemmo quello per poter salvare alcuni e soccorrere tutti gli altri, per quanto stia in noi, dobbiamo portare aiuto e salvezza.

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