Secutum est Syriacum bellum contra Antiochum regem, P. Cornelio M. Acilio Glabrione consulibus. Huic Antiocho Hannibal se iunxerat, Carthaginem, patriam suam, Romanorum timore ...

Seguì la guerra di Siria, contro il re Antioco, sotto il consolato di P. Cornelio ed M. Acilio Glabrione.

A questo Antioco si era alleato Annibale, lasciando Cartagine, la propria patria, per timore dei Romani. M. Acilio Glabrione combatté con successo nell'Acaia, e lì, con una battaglia notturna, venne conquistato l'accampamento del re Antioco, e il re in persona venne messo in fuga. Sotto il consolato di L. Cornelio Scipione e C. Lelio, Scipione Africano – assegnato in qualità di luogotenente a suo fratello, il console L. Cornelio – partì contro Antioco.

Nel medesimo periodo Annibale, che era insieme ad Antioco, venne sconfitto in una battaglia navale. Poco dopo, l'esercito dello stesso Antioco venne sbaragliato dal console Scipione in una immane battaglia presso Magnesia, una città dell'Asia. In quello scontro vennero uccisi cinquantamila fanti e tremila cavalieri della fazione del re. A quel punto il re chiese la pace. Tutte le città dell'Asia che il re Antioco aveva perso con la guerra vennero assegnate dal senato al re Eumene, e molte città vennero concesse ai Rodiesi, i quali, nella medesima guerra, avevano portato aiuto ai Romani contro il re. Scipione ritornò a Roma e celebrò un trionfo con grande gloria.

Anch'egli, che aveva sconfitto l'Asia, prese, ad imitazione del fratello il nome di Asiatico, nella stessa maniera in cui il fratello di lui veniva chiamato Africano per aver soggiogato l'Africa.

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