Vespasiano Titus filius successit, vir omnibus virtutibus mirabilis adeo ut amor et deliciae humani generis a populo diceretur, facundissimus, bellicosissimus, moderatissimus. In oppugnatione Hierosolymorum ...

Succedette a Vespasiano il figlio Tito, un uomo straordinario quanto ad ogni virtù, al punto che veniva definito dal popolo "l'amore e la delizia del genere umano": molto eloquente, molto prode, molto temperante.

Durante l'assedio di Gerusalemme, prestando servizio militare sotto il padre, combatté in maniera tanto valorosa tra i nemici serratissimi che meritatamene celebrò un trionfo.

A Roma fu di un'affabilità così grande e di una generosità così grande nei confronti di tutti, che non punì mai i nemici, e non rifiutò mai concessioni e doni agli amici. Morì a causa di una malattia due anni e otto mesi dopo che era diventato imperatore.

Una volta che fu morto, il lutto di tutti fu così grande che tutti si rammaricarono come in una perdita personale. Tito venne annoverato tra gli dèi.

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