Catone tesse l'elogio della vecchiaia (VERSIONE Littera Litterae)

Catone tesse l'elogio della vecchiaia Cicerone Littera, ae vol. 2C n° 2 pagina 309

Ego minus habeo virium quam vestrum utervis, Laeli et Scipio. Ne vos quidem T. Ponti centurionis vires habetis; num idcirco est ille...

"Lelio e Scipione, io ho meno forza fisica di voi due. Neppure voi avete la forza di Tito Ponzio; forse per questo motivo egli è superiore?

Il corso della vita è fissato e unica e semplice è la strada della natura, e a ciascuna parte della vita è stato assegnato un tempo opportuno, affinché sia la debolezza dei fanciulli sia la baldanza dei giovani sia la serietà di un’età ormai consolidata e sia la maturità della vecchiaia abbiano un qualcosa di naturale, che debba essere colto a suo tempo.

Nella vecchiaia non vi sono forze fisiche : e né certamente si richiedono forze dalla vecchiaia. È possibile invece conservare un po’ di forza antica (giovanile) con l’esercizio fisico e la temperanza, anche durante la vecchiai. Come l’insolenza, come la sfrenatezza sono più (tipica) degli adolescenti che dei vecchi, tuttavia però non di tutti gli adolescenti, ma di quelli non dabbene, così la demenza senile, che suole essere chiamata rimbambimento, è dei vecchi sconsiderati, (ma) non di tutti.

La vecchiaia, soprattutto di chi ha ricoperto cariche pubbliche, ha un prestigio così grande da valere di più di tutte le forze fisiche dell’adolescenza".

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