C. Fannius quamvis agendis causis ...

C. Fannio, sebbene fosse tenuto occupato dalla causa da trattare, tuttavia descriveva le morti di coloro che erano uccisi o imprigionati da Nerone: e ormai aveva portato a compimento tre libri, acuti, accurati e a metà strada tra l'orazione e la storiografia.

E tanto più desiderava portare a compimento gli altri, quanto più frequentemente questi venivano letti e riletti. A me, peraltro, sembra sempre dura e prematura la morte di coloro che preparano qualcosa di immortale. Infatti, coloro che, dediti ai piaceri vivono per così dire alla giornata, ogni giorno terminano le ragioni del vivere; coloro che invece pensano ai posteri ed estendono con le opere il ricordo di sé, per costoro la morte è sempre precoce ( lett. nessuna morte è non precoce).

Senz'altro Caio Fannio prevede molto prima ciò che gli accade. Si immaginò di giacere, durante il riposo notturno, in un piccolo letto, vestito in abito di studente e di avere davanti a sé la cassetta per le carte così come era solito; poi immaginò che Nerone era venuto, si era seduto sul letto, aveva tirato fuori il primo libro che egli aveva pubblicato sui crimini di lui, lo aveva sfogliato fino in fondo, poi aveva fatto lo stesso col secondo e col terzo libro, e quindi era andato via. Si spaventò e interpretò così:

che per lui la fine dello scrivere dovesse essere dove per Nerone era stata la fine del leggere (cioè al terzo libro). E così fu.

Copyright © 2007-2024 SkuolaSprint.it di Anna Maria Di Leo P.I.11973461004 | Tutti i diritti riservati - Vietata ogni riproduzione, anche parziale
web-site powered by many open source software and original software by Jan Janikowski 2010-2024 ©.
All trademarks, components, sourcecode and copyrights are owned by their respective owners.

release check: 2024-04-29 15:06:27 - flow version _RPTC_G1.3