Infratitudine di Atene nei confronti di Milziade

L'Ateniese Milziade, figlio di Cimone, viene considerato uno dei più grandi e abili comandanti dell'antichità.

Grande amante della patria, a lungo stette a capo dell'esercito degli Ateniesi, partecipò a molte battaglie, non venne mai meno al suo dovere e infine difese la libertà dei suoi concittadini dall'aggressione dei Persiani. Infatti combatté valorosamente contro i Persiani e con un piccolo esercito di cittadini Ateniesi sbaragliò ingenti truppe dei nemici sul campo di Maratona, che dista poco da Atene.

Cornelio Nepote, storico Romano, afferma che non c'è nulla di più nobile della battaglia di Maratona, perché, a suo dire (causale soggettiva al congiuntivo), mai una truppa di uomini tanto esigua superò truppe tanto numerose dei nemici. In seguito fece la guerra contro le isole Greche, le quali avevano offerto aiuto alla flotta dei Persiani, ma, poiché non riuscì ad espugnare l'isola di Paro, i suoi concittadini lo accusarono di tradimento e lo multarono di parecchio denaro.

Non avendo potuto saldare la multa, fu gettato in carcere, dove morì povero e solo. Certamente la morte di Milziade non giovò agli Ateniesi, anzi, fu di danno all'intera Grecia, poiché la sua autorevolezza anche presso tutte le popolazioni straniere era enorme.

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