Nuntiata exercituum defectione Nero se servandi causa Roma fugere statuerat ac ...

Dopo che era stato annunciato l'ammutinamento degli eserciti, Nerone aveva deciso di fuggire da Roma per salvarsi ed aveva ordinato ad alcuni tribuni e centurioni di partire insieme a lui per proteggere l'imperatore.

Ma, poiché alcuni rifiutavano ed altri accampavano scuse, nel mezzo della notte, quando scoprì che tutte le sentinelle del palazzo si erano allontanate, saltò giù dal letto e si recò a casa di amici per chiedere aiuto e riparo. Ma, dopo che ebbe trovato tutte le porte chiuse, tornò nella sua camera da letto, temendo di essere ucciso dagli schiavi o dalle guardie del corpo.

Alla fine ebbe pietà di lui il liberto Faone, che offrì all'imperatore la propria villa alle porte di Roma. Allora Nerone montò a cavallo a piedi scalzi, e, mentre in pochi lo accompagnavano, dopo essere uscito di nascosto da Roma si rifugiò nella villa del liberto. Nel frattempo Nerone, dopo essere venuto a sapere che era stato giudicato nemico pubblico e condannato a morte dal senato e dal popolo Romano, cominciò a lamentarsi e a piangere.

Ma quando si accorse che i cavalieri inviati dal senato per catturare l'imperatore e portarlo vivo a Roma ormai si avvicinavano alla villa, Nerone, impugnata la spada, si dette la morte con l'aiuto del liberto Faone. Morì all'età di trentun anni.

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