Tentata eius Epaminondae est abstinentia a Diomedonte Cyziceno namque ...

La sua (di Epaminonda) integrità fu messa alla prova da Diomedonte Ciziceno: infatti costui, su richiesta del re Artaserse, si era fatto carico di corrompere Epaminonda con il denaro.

Costui giunse a Tebe con una grande quantità d'oro, e con cinque talenti ridusse alla sua volontà il giovane Micito, che all'epoca Epaminonda apprezzava moltissimo. Micito si incontrò con Epaminonda e illustrò la ragione della venuta di Diomedonte. Ma quello disse alla presenza di Diomedonte: "Non c'è nessun bisogno del denaro: infatti se il re vuole quelle cose che per i Tebani sono vantaggiose, sono pronto a farle senza guadagno, se invece (vuole quelle cose che per i Tebani) sono svantaggiose, non ha abbastanza oro ed argento.

Infatti non voglio ottenere le ricchezze del mondo intero in cambio della devozione verso la patria. Tu, poiché mi hai messo alla prova senza conoscermi e mi hai ritenuto simile a te, non mi sorprendo e ti perdono; ma vattene velocemente e non corrompere altri dal momento che non hai potuto corrompere me! E tu, Micito, restituisci il denaro a costui, oppure, se non lo fai immediatamente, io ti consegnerò al giudice.

Quando Diomedonte gli chiese di andarsene tranquillamente e che gli fosse consentito portare via le sue cose che aveva portato, disse: "Farò senz'altro ciò, ma non per i tuo bene, bensì per i mio, per evitare che, se ti venisse tolto il denaro, qualcuno dica che sia giunto a me come frutto di un furto il denaro che non ho voluto accettare.

Copyright © 2007-2024 SkuolaSprint.it di Anna Maria Di Leo P.I.11973461004 | Tutti i diritti riservati - Vietata ogni riproduzione, anche parziale
web-site powered by many open source software and original software by Jan Janikowski 2010-2024 ©.
All trademarks, components, sourcecode and copyrights are owned by their respective owners.

release check: 2024-03-31 09:23:26 - flow version _RPTC_G1.3