Un insuccesso dei Romani

P. Elio, console in Gallia, avendo sentito che dai Boi, prima del suo arrivo, erano state fatte delle incursioni nei campi degli alleati, dopo aver reclutato per questo scopo due legioni improvvisate e aggiunto a queste quattro coorti (prese)

dal suo esercito, ordinò che il comandante delle truppe alleate C. Ampio invadesse, attraverso l'Umbria, il territorio dei Boi. C. Ampio, entrato nel territorio dei nemici, dapprima effettuò saccheggi con un certo successo e in tranquillità. Individuato poi un luogo abbastanza adatto per l'accampamento, dalle parti di Mutilo, partì per mietere il grano – le messi infatti erano ormai mature – senza aver fatto esplorazioni lì intorno e senza aver piazzato presidii sufficientemente saldi per proteggere quelli che erano disarmati e quelli che erano intenti nei lavori (di accampamento), così fu circondato insieme ai mietitori per via di un improvviso attacco dei Galli. Per cui (vi furono) paura e fuga. Circa settemila uomini dispersi tra le messi furono uccisi, tra i quali lo stesso prefetto C: Ampio.

Tutti gli altri verso sera furono spinti dalla paura nell'accampamento. Da qui, senza un vero comandante, la notte successiva, abbandonata una gran parte delle loro cose, attraverso boschi pressoché impraticabili, dopo pochi giorni raggiunsero il console.

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