Vani tentativi dei Tarquini di rientrare a Roma

Il re Tarquinio che era stato cacciato mosse tuttavia guerra alla città di Roma e, radunate molte popolazioni, lottò al fine di poter essere restaurato sul trono.

Nella prima battaglia, il console Bruto e Arrunte, figlio di Tarquinio, si uccisero a vicenda, i Romani tuttavia uscirono vincitori da quella battaglia. Anche l'anno successivo, di nuovo Tarquinio, affinché fosse riammesso al regno, fece guerra ai Romani, con la forza e l'aiuto di Porsenna, re della Tuscia, e quasi conquistò Roma. Ma in realtà anche allora fu sconfitto.

Il terzo anno dopo la cacciata dei re, Tarquinio, poiché non poteva essere restaurato sul trono, né Porsenna, che aveva stipulato una pace con i Romani, gli poteva dare aiuto, si trasferì a Tuscolo, città che non è lontano da Roma e lì, per quattordici anni, invecchiò da privato cittadino insieme alla moglie.

Nel nono anno dopo la cacciata dei re, poiché il genero di Tarquinio aveva radunato un ingente esercito per vendicare il torto del suocero, a Roma fu creata una nuova carica, che si chiama dittatura, superiore al consolato. Il primo dittatore di Roma invece fu T. Larcio.

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