At regina dolos praesensit et prima futuros motus excepit ....

Ma la regina intuì gli inganni e dedusse per prima le mosse future. La poveretta si abbandona alla collera e, infuriata, delira come una baccante per tutta la città.

Alla fine rimprovera Enea con queste parole: O perfido, sperasti di poter nascondere una scelleratezza tanto grande e di andar via, silenzioso, dalla mia terra? Non ti trattengono il nostro amore, né il giuramento fatto un tempo, né Didone che sta per morire di morte violenta?

Perché? Fuggi proprio me? In nome di queste lacrime, e in nome del tuo giuramento, ti prego, accantona codesto pensiero. A causa tua i popoli Libici ed i tiranni Nomadi mi sono ostili; a causa di te medesimo si è spento il pudore e il (mio) buon nome precedente, grazie al quale io sola mi avvicinavo alle stelle. A chi mi abbandoni morente, o ospite? Che cosa mi aspetto? O in vista di quali cose più importanti mi preservo?

Forse che gemette per il nostro pianto? Forse abbassò gli occhi? Forse che versò lacrime? Ormai né la grandissima Giunone, né il padre Saturnio osservano questi fatti con occhi giusti. O scellerato, la pagherai! Lo verrò a sapere e questa notizia giungerà fino a me negli inferi profondi.

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