Il ratto delle sabine (Versione latino Livio) MUNERA

IL RATTO DELLE SABINE VERSIONE LATINO LIVIO
Traduzione dal libro MUNERA

Tum ex consilio patrum Romulus legatos circa vicinas gentes misit qui societatem conubiumque novo populo peterent: urbes quoque, ut cetera,...

Allora su consiglio dei senatori Romolo mandò ambasciatori ai popoli vicini che chiedessero alleanza e matrimoni per il nuovo popolo: anche le città come le altre non nascono dal piccolo; e poi quelle che sono aiutate dal proprio valore e dagli dei si conquistarono una grande potenza ed una grande forza.

Era ben noto che al sorgere di Roma avevano assistito gli dei e che a Roma non sarebbe venuto meno il valore: quindi non rifiutassero di mescolare uomini con uomini, il sangue e la stirpe. In nessun luogo l’ambasciata fu ascoltata con favore; a tal punto disprezzavano e nello stesso tempo temevano una così grande potenza che cresceva per sé e per i posteri. Gli ambasciatori furono congedati mentre i più domandavano se avessero aperto un asilo anche per le donne; quello veramente sarebbe stato un matrimonio ben combinato.

I giovani romani non sopportavano questo e la situazione cominciò a volgere decisamente verso una soluzione violenta. Per offrire ad essa tempo e luogo adatto, Romolo, dissimulando il suo risentimento, prepara a bella posta dei giorni solenni, in onore di nettuno equestre e li chiama “consuali”. Ordina poi che lo spettacolo sia annunciato ai popoli confinanti e lo celebrano con tutta la celebrità di cui erano capaci a quei tempi per rendere l’avvenimento splendido ed attraente. Convennero molti uomini anche per curiosità di vedere la nuova città e specialmente tutti i più vicini, gli abitanti. E poi tutta la folla sei Sabini venne con figli e le mogli. Invitati ospitalmente casa per casa avendo visto il luogo e le mura e la città ricca di cose, si stupiscono che in così breve tempo la potenza romana fosse tanto cresciuta.

Quando venne il momento dello spettacolo e volte là gli occhi erano concentratissimi sui giochi, allora secondo quanto stabilito scoppiò un parapiglio e al segnale convenuto la gioventù romana si slancia da una parte per rapire le vergini. Gran parte fu rapita per caso, a seconda di colui in cui ciascuna si imbatteva; ma alcune, le più belle destinate ai senatori, più in vista, le trasportavano a casa uomini della plebe, ai quali era stato dato quell’incarico.

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