Chi fugge sempre, fugge da se stesso

Peregrinationes suscipiuntur vagae et litora pererrantur...

Vengono sostenuti viaggi erranti e vengono percorse le spiagge e ora per mare e ora per terra si sperimenta sempre la mobilità ostile alle cose del momento: "Ora ci dirigiamo in Campania." Già le cose deliziose ci sono di fastidio: "Ci sembrano incolte, perseguiamo il territorio dei Bruzii e i passi della Lucania." Tuttavia tra i deserti si cerca qualcosa di ameno, in cui lo sguardo a causa del lungo squallore dei luoghi orrendi si vorrebbe sollevare:

"Ci si dirige a Taranto e al lodato porto e agli inverni del clima più mite." Già volgiamo il percorso verso la città: "Le orecchie sono state eccessivamente a lungo sgombre dall'applauso e dal fragore dei giochi, e ora ci giova godere del sangue umano." Viene sostenuto da uno un altro percorso e la vista viene mutata dalla vista.

Come asserisce Lucrezio: "ognuno in questo modo fugge sempre da se stesso" egli stesso segue se stesso e incalza come un gravissimo compagno.
(By Maria D. )

Versione tratta da Seneca

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