Il comportamento del sapiente
Fuit quidam summo ingenio vir, Zeno, cuius aemuli Stoici nominantur. Illi putant sapientem ...esse decet.
Zenone, fu un uomo di elevatissimo ingegno, i cui imitatori furono chiamati stoici. Quelli pensavano che il sapiente non fosse mai mosso dalla grazia, che non perdonasse mai la colpa di qualcuno:
che nessuno doveva essere misericordioso se non uno sciocco e superficiale: che tutti gli sbagli sono uguali: ogni errore scellerato è disonorevole: che il sapiente non dovrebbe congetturare nulla, né pentirsi di alcuna cosa, non dovrebbe sbagliare in alcuna cosa, non dovrebbe mai mutare parere.
I nostri invece, uomini moderati e temperati, istruiti da Platone e Aristotele, sostengono che il sapiente dovrebbe essere misericordioso e presso di lui dovrebbe talvolta valere la grazia: che le pene dovrebbero essere diverse in base al tipo di delitti: che presso un uomo costante ci dovrebbe essere la facoltà di perdonare.
Non è sconveniente per lo stesso sapiente adirarsi qualche volta, commuoversi placarsi, cambiare qualche volta idea in merito ad un giudizio: conviene che tutte le virtù siano moderate con una certa via di mezzo.
(By Maria D. )
Versione tratta da Cicerone