La storia di Enea - La discesa nell'Oltretomba

Post haec Stygem traiectus, Aeneas Cerberum, taeterrimum canem...

Dopo tali avvenimenti gettato nella stige, Enea assopì Cerbero, un orrendo cane dotato di tre teste, custode degli inferi.

Viaggiando giunse alla sede di coloro che, per la non sopportazione delle pene d'amore, si erano procurati la morte. In quel luogo osservò l'ombra di Didone, ma quella piena di sdegno lo evitò. Poi, avendo lasciato il Tartaro a sinistra e avendo appreso dalla Sibilla le pene degli scellerati, si affrettò alle mura dello stesso dite, Re degli Inferi, e conficcò il ramo d'oro sulla stessa soglia della reggia.

Dopo tali avvenimenti intraprese il viaggio verso le sedi dei beati e fu condotto da suo padre. Qui Anchise ammaestrò il figlio Enea in merito alla natura delle anime e gli mostrò i re futuri dei Romani e degli Albani. Poi percorrendo i nomi dei nobilissimi Romani, Giulio Cesare e Augusto ne elogiò le anime.

Colmò appunto di grandissime lodi Marcello, figlio di Ottavia, strappato da una morte prematura. Da lì, salendo attraverso l'Eburnea la porta del sonno ai celesti, Enea rivide i compagni e lasciò Cuma.
(By Maria D. )

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