A ogni età i suoi doveri - Quae Manent

Quoniam officia non eadem...

Poichè non si assegnano gli stessi compiti ad età differenti e alcuni (compiti) sono propri dei giovani, altri dei più anziani, bisogna dire qualcosa a proposito di questa distinzione.

E' dunque (dovere) del giovane rispettare gli anziani e scegliere tra questi i migliori e i più onesti, sulla cui saggezza e autorità egli possa fare affidamento: infatti l'inesperienza dell'età giovanile deve essere sostenuta e guidata dall'esperienza degli anziani. Ma soprattutto bisogna tener lontana questa età dalle dissolutezzeed allenarla alla fatica e alla resistenza sia dell'animo sia del corpo, affinché la loro operosità emerga forte negli impegni militari e in quelli civili.

E ancora, quando desiderano svagarsi e abbandonarsi al divertimento, si guardino dall'intemperanza, si ricordino del ritegno. Sembra invece che gli anziani (dativo d'agente trasformato in soggetto) debbano diminuire le fatiche fisiche, intensificare persino gl'impegni della mente e, senza dubbio, darsi da fare per aiutare il più possibile gli amici e la gioventù e soprattutto lo Stato con la saggezza e l'esperienza.

Ma i vecchi (dativo d'agente, astratto invece del concreto) da niente devono guardarsi più che dall'abbandonarsi alla pigrizia e all'inerzia. Infatti la lussuria è sempre turpe in ogni età, e per la vecchiaia è cosa estremamente disonorevole.
(By Vogue)

Versione tratta da Cicerone

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