Accidit repentinum incommodum biduo quo haec gesta sunt ...

Capitò un problema improvviso nei due giorni in cui furono compiute queste operazioni. Infatti si verificò un temporale tanto grande, che mai se ne vide uno più grande in quei luoghi.

Il temporale trascinò giù le nevi da tutti i monti, e oltrepassò le sponde più alte del fiume, e in un giorno interruppe ambedue i ponti che C. Fabio aveva costruito. Questo episodio arrecò all'esercito di Cesare grandi difficoltà. Poiché, infatti, l'accampamento si trovava tra due fiumi, il Segre e il Cinga, che distavano trenta miglia e non potevano essere attraversati, il suo esercito era inevitabilmente bloccato in questi spazi ristretti.

Le popolazioni che erano entrate nell'alleanza di Cesare non riuscivano a portare grano, quelli che erano andati troppo lontano per fare rifornimento di foraggio, bloccati dai fiumi, non riuscivano a ritornare, e i grossi convogli che venivano dall'Italia e dalla Gallia non riuscivano ad arrivare all'accampamento. Inoltre il periodo era particolarmente difficoltoso perché i cereali erano molto lontani dalla maturazione, e nei quartieri invernali non ce n'erano. E il frumento avanzato che c'era stato, Cesare lo aveva consumato nei giorni precedenti.

Le popolazioni limitrofe avevano portato via, a causa della guerra, il bestiame, che poteva essere un buon aiuto per la carestia. I Lusitani, esperti di quelle zone, e per i quali era facile attraversare a nuoto il fiume, davano la caccia a quelli tra i soldati che erano usciti dall'accampamento per fare rifornimento di foraggio e di grano. Invece l'esercito di Afranio abbondava ogni cosa.

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