Il cavallo di Troia - VERSIONE latino e traduzione DA 5 LIBRI DIVERSI

Il cavallo di Troia
In questa stessa pagina ci sono traduzioni diverse (da diversi libri di testo) con questo stesso titolo controllale tutte
Per litteras versione n. 17 pag. 20 e da LIMPIDA VOX

Inizio: Achivi cum per decem annos Troiam capere non possent
Fine: sociosque signo dato receperunt et Troia potiti sunt ...

Non potendo i Greci per dieci anni occupare Troia, Epeo sotto consiglio di Minerva costruì un cavallo di legno di straordinaria grandezza al cui interno vennero radunati Menelao, Ulisse, Diomede, Tessandro, Stenelo, Acamante, Toente, Macaone, Nettolemo e sul cavallo scrissero: "i Greci lo danno in dono a Minerva" e trasferirono l'accampamento a Tenedo.

Quando lo videro, i Troiani pensarono che i nemici fossero fuggiti. Priamo comandò che il cavallo fosse condotto nella rocca a Minerva e ordinò che celebrassero una grande festa. La profetessa Cassandra proclamando ciò, che lì dentro ci fossero i nemici, non le venne dato ascolto. Dopo averlo collocato nella fortezza, loro stessi nella notte, essendosi addormentati, stanchi per il gioco e per il vino, i Greci uscirono dal cavallo aperto da Sinone e uccisero i guardiani delle porte e dato il segnale, lasciarono entrare i soci e si impossessarono di Troia.

Versione dal libro lingua magistra

Achivi Troiam oppidum non expugnabant; ita Epeus, praecepto Minervae, equum magnum et ligneum et ligneum contruebat, in amplo equi alvo...

Gli Achei non espugnavano la citta di Troia; così Epeo, su consiglio di Minerva costruiva un cavallo grande e di legno; nell'ampio ventre del cavallo venivano raccolti i valorosi uomini Greci: Menelao, Ulisse, Diomede, Tessandro, Stenelo, Neottolemo e molti altri.

I Greci sul cavallo scrivevano "I Greci danno in dono a Minerva" e spostavano l'accampamento sull'isola di Tenedo. I Troiani guardavano la fuga dei Greci e avevano grande gioia.

Priamo comandava così: "O abitanti di Ilio, il cavallo sarà condotto nel tempio di Minerva e saranno celebrati dei giochi con grande gioia". Cassandra invece, figlia di Priamo, gridava così: "Nel cavallo ci sono i nemici, distruggeranno la città di Troia". Ma i Troiani non ascoltavano Cassandra e non ritenevano vere le parole della figlia di Priamo; così collocavano il cavallo nel tempio di Minerva.

Gli abitanti di Troia per via dei divertimenti e del vino venivano sopraffatti da un sonno profondo; il cavallo veniva aperto da Sinone infido Greco e balzavano fuori gli uomini Achei: uccidevano le sentinelle delle porte, facevano entrare i compagni nella città ed espugnavano Troia.

versione da libro non identificato

Post diuturnum bellum Graeci Troiae moenibus iam suberant, sed urbem frustra obsidebant....

Dopo la duratura guerra, infine i Greci superano le fortificazioni di Troia, ma assediavano inutilmente la città.

Per questo, dietro consiglio di Minerva, edificarono un grande cavallo di legno e i comandanti si introdussero nel ventre del cavallo con molti soldati. Dopo finsero la partenza e lasciarono il cavallo davanti le porte della città. I Troiani, illusi dal grego Sinone, introdussero il cavallo in città.

E di notte i comandanti con i soldati uscirono dal ventre, uccisero i custodi e incendiarono Troia. Enea, con pochi compagni, moglie, padre e figlio lasciò Troia e cercò una nuova patria.

Versione dal libro "Moduli di lingua latina"

"Achivi, cum per decem annos Troiam occupare non possenti, Epeus monitu Minervae equum mirae magnitudinis ligneum aedificavit, ... ...et toiam occupaverunt. "

"Non potendo i Greci per dieci anni occupare Troia, Epeo sotto consiglio di Minerva costruì un cavallo di legno di singolare grandezza e in esso entrarono Menelao, Ulisse, Diomede, Tessandro, Achile, Stenelo, Acamante, Toente, Macaone, Nettolemo; e cul cavallo scrissero: "I Greci danno in regalo (questo) a Minerva", e trasferirono l'accampamento presso Tenedo.

Quando lo videro, i Troiani pensarono che i nemici fossero fuggiti. Il re Priamo comandò affinché i Troiani conducessero nella rocca di Minerva il cavallo e diede ordine affinché fossero festanti per il gran lavoro. La profetessa Cassandra, al contrario, dicendo che lì dentro vi fossero i nemici, fu ignorata.

In seguito, avendo essi collocato il cavallo nel campo e, di notte, essendo essi stessi stanchi per i giochi e il vino, i Greci poterono scendere dal cavallo; uccisero i custodi delle porte, recuperarono gli alleati e occuparono Troia. "

Altra stesura ancora da libro non identificato

Cum Achivi per decem annos Troiam expugnare non potuissent, Epeus, monitu Minervae et Ulixis consilio, equum mirae magnitudinis fecit eoque...

Non avendo potuto gli Achei in dieci anni espugnare Troia, Epeo, per avvertimento di Minerva e su consiglio di Ulisse, costruì (= fece) un cavallo di straordinaria grandezza e lì dentro furono riuniti Menelao, Ulisse, Diomede, Neottolemo e molti altri forti uomini greci.

Sul cavallo gli Achei scrissero: "I Danai (lo) danno in dono a Minerva" e trasportarono l'accampamento nell'isola di Tenedo.

I Troiani vedendo ciò pensarono (che fosse) un segno della partenza dei nemici. Allora Priamo, re dei Troiani, ordinò che il cavallo venisse condotto sulla rocca di Minerva e proclamò che i cittadini celebrassero un giorno di festa. Dopo che i Troiani ebbero collocato il cavallii sulla rocca e stanchi per il divertimento e per il vino di notte si furono addormentati, gli Achei uscirono dal cavallo aperto da Sinone, uccisero i custodi delle porte e fecero entrare nella città i compagni. Così occuparono Troia e la misero a ferro e fuoco

Versione dal libro Lingua e cultura latina

Inizio: Graeci, qui per decem annos Troiam frustra obsederant, equi dolo...Fine: ... occiderunt sociosque, signo dato, receperunt et Troia potiti sunt.

Quoniam post multos annos Achivi Troiam non expugnaverunt, Epeus monitu Minerva equum mirae magnitudinis ligneum fecit....

Poichè gli Achei dopo molti anni non espugnarono Troia, Epeo secondo il monito di Minerva fece un cavallo di legno di meravigliosa grandezza.

Dentro di esso sono chiusi Menelao, Ulisse, Diomede, Tessandro, Stenelo, Acamante, Toade, Macaone, Nettolemo; sul cavallo scrissero: "I Danai danno in dono a Minerva" e simularono di tornare in patria.

I Troiani non appena lo videro pensarono che i nemici fossero fuggiti; Priamo, re dei Troiani ordinò che il cavallo fosse condotto nella rocca di Minerva, affinché fosse celebrata la dea con cerimonie sacre. Allora Cassandra la veggente annunciò che nel cavallo c'erano i nemici, ma non fu creduta. Dopo che collocarono il cavallo nella rocca e i cittadini stessi di notte andavano a dormire sciupati per il vino e il gioco, gli Achei uscirono dal cavallo aperto da Sinone, e dopo uccisero i custodi delle porte e dato il segnale recuperarono i compagni e Troia fu presa.

Dal libro Grammatica Picta

Opere confecto, illi in equo scripserunt "DANAI MINERVAE DONO DANT", ...

Terminata l'opera, quelli scrissero sul cavallo "I Greci lo offrono in dono a Minerva". E mossero l'accampamento e si nascosero nell'isola di Tenedo.

Quando i Troiani videro ciò, pensarono che i nemici ormai fossero andati via da Troia; Priamo condusse il cavallo sulla rocca di Minerva e desiderava celebrare la fine della lunga guerra. Cassandra, veritiera profetessa, andò dicendo che il cavallo era un inganno e che i nemici non erano andati via ma, invece, erano all'interno del cavallo.

Ma i Troiani non credettero a Cassandra e condussero il cavallo sulla rocca. (By Maria D. )

Dal libro Lingua Viva

Achivi Troia nondum expugnare valent. Itaque Graecus Epeus consilio... Troiam facile occupant et flammis dant.

Gli Achei non hanno ancora la forza di espugnare Troia. E così il Greco Epeo, su consiglio di Minerva, che è la dea della saggezza e la protettrice dei Greci, costruisce un grande cavallo di legno;

nel cavallo, sul quale viene scritto "i Greci offrono in dono a Minerva" entrano Menelao, Stenelo, Neottolemo, ed altri uomini esperti di guerra. Presto i Greci fingono di essere in procinto di ritornare in patria: infatti tolgono l'accampamento dalle coste Troiane, ma non ritornano in Grecia, bensì si dirigono a Tenedo, una piccola isola ubicata di fronte alle coste di Troia, e lì si nascondono. E così i Troiani vengono ingannati, i quali, ormai, sulla spiaggia non vedono più l'accampamento dei Greci, ma un cavallo di legno.

Inconsapevoli del tranello dei Greci, giudicano il cavallo un presagio positivo, e gioiscono, mentre i Greci, nascosti nel cavallo, tacciono. Priamo, il re dei Troiani, conduce in città il cavallo sacro a Minerva. La sola Cassandra, la figlia profetessa di Priamo, che prevedeva le sorti sfavorevoli ai Troiani, preannunziava invano: Fate attenzione, o abitanti di Troia, amici e consanguinei, nel cavallo di legno ci sono i Greci armati di aste e di spade. Cacciate il rovinoso portento, spingetelo tra le onde, così salverete la nostra patria.

I cittadini non credono alle parole profetiche di Cassandra, viceversa sistemano il cavallo nella città. Durante la notte i Troiani dormono storditi dal vino, ma gli Achei escono dal cavallo aperto da Sinone e uccidono gli uomini che sorvegliano le porte. Infine fanno arrivare gli altri Greci, che fanno un assalto da Tenedo; conquistano facilmente Troia, e la danno alle fiamme.

Dal libro Latino ad hoc

Achivi frustra oppidum Troiam decem iam annos oppugnabant...

Gli Achei ormai da dieci anni assediavano invano la città di Troia. L'astuto Ulisse dava suggerimenti agli Achei e consigliava l'inganno.

Sono addolorato – disse – infatti non siamo ancora riusciti a vincere i Troiani. Pertanto vi rivelo il mio piano: non spaventiamo i Troiani con le nostre truppe, e non espugniamo le alte mura della città, perciò useremo un tranello, e costruiremo un cavallo di legno.

Riempiremo di uomini armati il ventre del cavallo, e attenderemo sulle navi, presso la vicina isola di Tenedo. Il piano dell'uomo astuto piace agli Achei: con l'aiuto di Minerva, costruiscono un cavallo di legno, e lo riempiono di uomini coraggiosi, poi navigano alla volta dell'isola di Tenedo e fingono la ritirata. Così gli Achei, grazie all'inganno del cavallo, conquisteranno Troia.

Dal libro latino a colori

Achivi Troia nondum expugnare valent. Itaque Graecus Epeus consilio...Troiam facile occupant et flammis dant.

Gli Achei non hanno ancora la forza di espugnare Troia. E così il Greco Epeo, su consiglio di Minerva, che è la dea della saggezza e la protettrice dei Greci, costruisce un grande cavallo di legno;

nel cavallo, sul quale viene scritto "i Greci offrono in dono a Minerva" entrano Menelao, Stenelo, Neottolemo, ed altri uomini esperti di guerra. Presto i Greci fingono di essere in procinto di ritornare in patria: infatti tolgono l'accampamento dalle coste Troiane, ma non ritornano in Grecia, bensì si dirigono a Tenedo, una piccola isola ubicata di fronte alle coste di Troia, e lì si nascondono. E così i Troiani vengono ingannati, i quali, ormai, sulla spiaggia non vedono più l'accampamento dei Greci, ma un cavallo di legno.

Inconsapevoli del tranello dei Greci, giudicano il cavallo un presagio positivo, e gioiscono, mentre i Greci, nascosti nel cavallo, tacciono. Priamo, il re dei Troiani, conduce in città il cavallo sacro a Minerva. La sola Cassandra, la figlia profetessa di Priamo, che prevedeva le sorti sfavorevoli ai Troiani, preannunziava invano: Fate attenzione, o abitanti di Troia, amici e consanguinei, nel cavallo di legno ci sono i Greci armati di aste e di spade. Cacciate il rovinoso portento, spingetelo tra le onde, così salverete la nostra patria.

I cittadini non credono alle parole profetiche di Cassandra, viceversa sistemano il cavallo nella città. Durante la notte i Troiani dormono storditi dal vino, ma gli Achei escono dal cavallo aperto da Sinone e uccidono gli uomini che sorvegliano le porte. Infine fanno arrivare gli altri Greci, che fanno un assalto da Tenedo; conquistano facilmente Troia, e la danno alle fiamme.

Dal libro so tradurre

Cum Graeci, per decem annos Troiam obsidentes, nullo modo urbem capere quirent, iam in patriam regressuri erant.... Tum Troiani ut viderent quid tantum monstrum esset, equum in moenia induxerunt, sed hoc perniciei Troiae initium fuit.

Dal momento che i Greci, che assediavano Troia da dieci anni, non riuscivano a conquistare in alcun modo la città, ormai stavano per far ritorno in patria.

Ma Ulisse, il più furbo e ingannevole di tutti i Greci, pensando che non si doveva abbandonare la speranza, trovò un nuovo tranello e in un'adunanza pubblica dichiarò che che si doveva usare un inganno, dal momento che la città non poteva essere espugnata con le armi. Così fu costruito un cavallo immenso nei fianchi del quale si celassero alcuni (uomini) armati.

Lasciato questo cavallo nella spiaggia, stabilì che tutta la flotta dovesse essere nascosta dai Greci dietro l’isola di Tenedo affinché i Troiani fossero ingannati e pensassero che i Greci avessero spiegato le vele per far ritorno in patria. I Greci reputarono che bisognava obbedire alle parole di Ulisse e, avendo costruito il cavallo in pochi giorni, lo lasciarono sulla spiaggia, simulando di voler far ritorno in patria.

Allora i Troiani per capire cosa fosse una così grande creatura mostruosa, condussero dentro le mura il cavallo, ma ciò fu l’inizio della distruzione di Troia.

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