Olim aquila testudinem in excelsum sustulit sed nec unguibus nec rostro corneum involucrum perrupit et animal laesit ...
Un giorno un'aquila sollevò una tartaruga in un punto elevato, ma non ruppe il guscio di osso e non ferì l'animale né con gli artigli, né con il becco.
Attraverso il cielo giunse una cornacchia, e disse: Con gli artigli hai catturato una ricca preda, ma, poiché con il grande peso ti stancherà, ti mostrerò un trucco.
Così mangerai tranquilla la preda. L'aquila le promise una ricompensa. Allora la perfida cornacchia: Dal cielo sbatti la tartaruga contro uno scoglio: romperai il guscio duro. L'aquila, spinta dalle parole della cornacchia, obbedì agli avvertimenti e condivise generosamente il cibo con la maestra.
Così la povera tartaruga a causa della forza, unita alla furbizia, fu uccisa di una morte ingiusta.