Cicerone rammenta le circostanze del proprio esilio

Cum viderem senatum, sine quo civitas stare non posset, ...publico consilio profusus, consules ultores et defensores esset habiturus?

Vedendo che il senato, senza il quale la cittadinanza non può stare era del tutto abolito dalla città, che dovrebbero essere i comandanti delle decisioni pubbliche, hanno fatto in modo che le decisioni pubbliche fossero completamente abolite attraverso di loro; che si tengono quotidianamente assemblee contro di me; che nessuno emette sentenze per me o per lo stato; le antiche truppe di congiurati e quella lotta pericolosa di Catilina sciolta e sconfitta da un nuovo comandante e da un insperato cambiamento delle cose, è stata restaurata: vedendo queste cose, cosa avrei dovuto fare, giudici?

So infatti che allora non manca a me la vostra passione, ma la mia manca quasi alla vostra. Avrei dovuto lottare contro il tribuno della plebe privato delle armi? Supponiamo che gli onesti avessero sopraffatto i malvagi, e i forti i deboli; colui che con quest’unica medicina ha potuto essere allontanato dalla rovina?

E quindi? Chi avrebbe potuto fare le restanti cose? C’era qualche dubbio che tutt ’al più il sangue di quel tribuno,  soprattutto perché versato senza pubblico avallo,  avrebbe avuto i consoli in veste di propri difensori e vendicatori?

Testo latino completo

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