L'arroganza della mosca

Formica cum musca de excellentia contendit. Cum insolentia dicit musa "Mea praestantiam negas atque gloriam meam cum tua comparas? Sum saepe in aris dearus in agricolarum casis et in villis matronarum cum cupio in capite dominarum ac reginarum sedeo. Numquam laboro et magnam copiam uvae convivarum mensis semper attingo. Tu contras et rustica neque iucunda est vita tua laboriosa et curarum plena.

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Una formica si confrontava con una mosca sulla (propria) superiorità. La mosca diceva con insolenza:

"Tu neghi la mia superiorità e paragoni la mia fama con la tua?" Io mi trovo (/sono) spesso sugli altari delle dee, nelle casupole dei contadini e nelle ville delle matrone; quando voglio sto seduta sul capo delle signore e delle regine.

Non lavoro mai e raggiungo sempre una grande abbondanza d'uva nelle mense dei convivi. Tu, al contrario sei contadina e la tua vita non è piacevole, ma (è) laboriosa e piena d'affanni".

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