Maiores nostri virum bonum cum laudabant, ita laudabant bonum agricolam bonumque colonum ...
Così come i nostri antenati lodavano un uomo onesto, allo stesso modo lodavano il buon agricoltore e il buon colono.
Invece io ritengo il mercante ardito e desideroso di guadagno, e in verità pericoloso e dannoso. Al contrario dai contadini sono generati uomini forti e intrepidi soldati, e soprattutto (dai contadini) è ottenuto un profitto onesto e stabile, e coloro che sono dediti a questa occupazione non pensano affatto male. Sulle professioni e sui guadagni abbiamo imparato pressappoco queste cose: in primo luogo si disapprovano i guadagni dei gabellieri e degli usurai, che vanno incontro agli odi degli uomini.
Poi, servili e ignobili sono i guadagni di tutti gli stipendiati, poiché di loro si comprano i servizi e non le professionalità; in loro, infatti, la paga è il compenso di una schiavitù. Anche tutti gli artigiani esercitano un mestiere squallido; del resto una bottega non può avere qualcosa di nobile.
E non sono per niente stimate quelle attività che sono somministratrici di piaceri: i pescivendoli, i macellai, i cuochi, i pollaioli, i pescatori, come dice il poeta Terenzio, sono tutti squallidi; aggiungi a questo, se vuoi, i profumieri, i ballerini e tutto lo spettacolo talare.