Sicilia tota si una voce loqueretur, hoc diceret: Quod auri, quod argenti ...

Se tutta quanta la Sicilia parlasse con una sola voce direbbe questo: Ciò che d'oro, ciò che d'argento, ciò che di cose preziose si trovò nelle mie città, nelle mie dimore, nei miei santuari, ciò che di diritto, in ogni singolo ambito, io ebbi per concessione del senato e del popolo Romano, tu, o C. Verre, me l'hai strappato e portato via; a titolo di ciò, io, secondo la legge, pretendo da te cento milioni di sesterzi. Se, come ho detto, l'intera provincia di Sicilia potesse parlare, utilizzerebbe queste parole: dato che non poteva, essa scelse come sostenitore di queste richieste colui che essa stessa ritenne che fosse adeguato.

In un problema di questo genere, si troverà forse nessuno di tanto sfacciato, che osi avvicinarsi o aspirare ad una causa altrui, contro la volontà di coloro ai quali spetta l'azione? Se a te, o Q. Cecilio, i Siciliani dicessero questo: "Non ti conosciamo, non sappiamo chi tu sia, non ti abbiamo mai visto prima; permetti che difendiamo le nostre sorti tramite colui del quale ci è nota la lealtà!", non direbbero forse ciò che dovrebbero approvare a chiunque?

Ora dicono questo, che conoscono l'uno e l'altro; e che desiderano che l'uno dei due sia il difensore delle loro sorti, e l'altro di non volerlo assolutamente.

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