Temistocle spinge Ateniesi e Persiani alla battaglia di Salamina

Xerxes, Thermopylis expugnatis, protinus accessit astu idque nullis defendentibus, interfecti sacerdotibus, quos in arce invenerat …

Serse, una volta espugnate le Termopili, tutto di filato si avvicinò alla città  e, poiché nessuno la difendeva, dopo che ebbe ucciso i sacerdoti che aveva trovato nella rocca, la distrusse con un rogo.

Mentre i membri della flotta, terrorizzati dalla fiamma di quello, non osavano restare, e i più esortavano ad andarsene nelle proprie case e a difendersi per mezzo delle mura, il solo Temistocle si oppose: diceva che tutti quanti insieme sarebbero stati pari ai nemici, dispersi sarebbero stati di sicuro sbaragliati. Dal momento che non smuoveva neppure Euribiade, il re degli Spartani, il quale, all'epoca deteneva il vertice del comando, durante la notte mandò uno tra i suoi schiavi, che considerò fidato, presso il re affinché gli riferisse queste cose con le sue precise parole:

So che i tuoi avversari sono in fuga: se saranno andati via, porterai a compimento la guerra con enorme fatica e in lungo tempo, quando sarai costretto ad abbatterli uno alla volta. Se, viceversa, li avrai attaccati immediatamente, in breve tempo li abbatterai tutti quanti.

Il barbaro, dopo che ebbe ascoltato questa cosa, non aspettandosi un tranello, il giorno successivo si scontrò in un luogo sfavorevole per sé e vantaggioso per i nemici: un tratto di mare tanto ristretto, che la massa delle navi di lui non poté essere dispiegata. E dunque venne sconfitto dal piano di Temistocle e dalle forze armate della Grecia.

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