Vercingetorix, cum ad suos redisset, proditionis est insimulatus, quod castra ...

Vercingetorige, dopo che fu ritornato presso i suoi, venne accusato di tradimento, per aver spostato l'accampamento troppo vicino ai Romani, per essere andato via con tutta la cavalleria, per aver abbandonato prive di comando truppe tanto vaste, perché, alla partenza di lui, i Romani erano arrivati con così grande vantaggio e velocità. Essi dicevano che tutte queste cose non erano potute capitare per caso e senza un piano, e che quello preferiva avere il regno della Gallia per concessione dei Romani piuttosto che per concessione di loro stessi. Però, dopo aver detto molte cose in propria difesa, egli fa venire gli schiavi, che pochi giorni prima egli aveva catturato durante l'approvvigionamento del foraggio e che aveva torturato con la fame e con le catene.

Costoro, già da prima istruiti sulle cose da dire una volta interrogati, affermano di essere soldati legionari; dichiarano di essere usciti di nascosto dall'accampamento indotti dalla fame e dalla carestia, per riuscire a trovare nei campi un po' di grano o di bestiame, (dichiarano) che tutto l'esercito è oppresso da un'indigenza simile, che ormai le forze di nessuno sono sufficienti, e che non riescono più a sopportare la fatica del lavoro.

Per questo motivo Cesare aveva stabilito di portar via l'esercito nel giro di tre giorni, visto che nell'assedio della città non si era ottenuto nulla. Disse: Voi, da me, che accusate di tradimento, avete questi risultati.

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