Post cladem Cannensem quattuor circiter milia Romanorum qui ex pugna superfuerant ...

Dopo la disfatta di Canne, circa quattromila Romani, che erano sopravvissuti dalla battaglia, si raccolsero a Canosa, e, con il consenso di tutti, il comando venne affidato a P. Cornelio Scipione, estremamente giovane.

Alcuni giovani aristocratici, poiché non avevano fiducia in merito alla salvezza dello Stato, volevano abbandonare l'Italia e spostarsi in Africa.

La cosa venne riferita a Scipione, ed egli si recò presso Metello, il promotore del complotto. Li trovò una riunione dei giovani. A quel punto, egli (Scipione - soggetto sottinteso)

brandì la spada sopra le loro teste, e disse: Io non abbandonerò lo Stato Romano, e non tollererò la defezione da un altro cittadino Romano. Giurate, dunque! Quelli giurarono e si consegnarono a Scipione.

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