Ad Olimpia si diviene famosi in breve tempo

Ἤδη οὖν ἅπαντες αὐτον ᾔδεσαν πολλῷ μᾶλλον ἢ τοὺς Ὀλυμπιονίκας αὐτούς. καὶ οὐκ ἔστιν ὅστις ἀνήκοος ἦν τοῦ Ἡροδότου ὀνόματος ‑ οἱ μὲν αὐτοὶ...

Così dunque egli fu conosciuto da tutti più che gli stessi vincitori dei giochi olimpici: non c’era persona che non avesse udito il nome di Erodoto: quelli che avevano udito in Olimpia, quelli che ne avevano udito parlare da quelli che arrivavano da là: e se  pur compariva, era mostrato a dito, e dicevano: costui è quell’Erodoto che scrisse la guerra persiana in ionio, costui è quello che cantò le nostre vittorie.

Egli ottenne della sua storia tale frutto: in una sola adunanza ebbe il comune suffragio della Grecia, e fu gridato non da un banditore solo, ma da quanti l’udirono, e poi lo resero noto ciascuno nella sua città. In seguito si conobbe che questa era una via breve per venire in fama;

ed Ippia il sofista di Elide, e Prodico di Ceo, ed Anassimene di Chio, e Polo d’Agrigento, ed altri parecchi recitarono sempre le loro opere in quell’adunanza, e così subito diventarono celebri.

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