Ancora altri aneddoti su Demonatte - Luciano versione i greci la lingua e la cultura
Ancora altri aneddoti su Demonatte
VERSIONE DI GRECO di Luciano
TRADUZIONE dal libro i greci la lingua e la cultura
versione 3 pagina 261-262
TRADUZIONE
Essendosi Demonatte avvicinato a un uomo che era in lutto per il figlio e che era rinchiuso nel buio, diceva di essere un mago e di poter resuscitare (ricondurre)
il fantasma del figlio, solo se gli avesse nominato tre certi uomini che non hanno mai sofferto; avendo esitato molto per ciò ed essendo imbarazzato - infatti non era in grado di dire, ritengo, tale cosa - "Allora", diceva, "stolto, credi di soffrire solo (tu) dolori pur non vedendo nessuno esente dal dolore?". Ad Admeto, un certo poeta, che diceva di aver scritto un epigramma di un solo verso, che ha ordinato nel suo testamento di scrivere sulla stele "Terra, libera il corpo di Admeto, gridò costui al dio", disse ridendo:
"Admeto, l'epigramma è così bello, che vorrei fosse già inciso". Quando gli abitanti dell'Elide fecero una statua di bronzo per lui, che si recava ad Olimpia, disse:
"Non pensiate in alcun modo, o uomini dell'Elide, di rimproverare i vostri antenati, poiché non hanno dedicato una statua né a Socrate né a Diogene".
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