Dal punto di vista del ciclope - versione greco Luciano Dai dialoghi marini 2.2. 1-17 Mondo greco
DAL PUNTO DI VISTA DEL CICLOPE -
Dai dialoghi marini 2. 2. 1-17
VERSIONE DI GRECO di Luciano
TRADUZIONE dal libro Mondo Greco
κατελαβον εν τω αντρω απο της νομης αναστρεψας πολλους τινας, επιβουλευοντας δηλονοτι τοις ποιμνιοις; επει γαρ επεθηκα τη θυρα το πωμα-...
TRADUZIONE
Ritornato dal pascolo, sorpresi nell'antro molti uomini, che chiaramente insidiavano il (mio) gregge.
Dopo che posi (ebbi posto) davanti alle porte come coperchio il masso – ho una pietra grandissima - e attizzai (ebbi attizzato) il fuoco, accendendo l'albero che avevo portato dalla montagna, fu evidente che cercavano di nascondersi (mi parve che cercassero di nascondersi). Io, afferrati (dopo avere afferrati) alcuni di loro, come era naturale, li mangiai, poiché erano dei ladri.
Allora quel furfante capacissimo di tutto (quello più scaltro di tutti) fosse Nessuno o fosse Odisseo, mi dà da bere, avendola versata, (mi versa e mi dà da bere) una pozione dolce e profumata, ma insidiosissima e molto sconvolgente. Subito dopo averla bevuta, mi parve che tutto mi girasse attorno (a me che avevo bevuto parve che tutto mi girasse attorno) e che ruotasse la spelonca stessa e non ero più padrone di me stesso (non ero più in me stesso).
Infine mi abbandonai al sonno (fui fatto cadere nel sonno). Quello, appuntito un palo e arroventatolo, inoltre mi accecò mentre dormivo e da quel momento sono cieco, o Poseidone
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