Mal di teatro (Versione greco Luciano)

Ἀβδηρίταις φασὶ Λυσιμάχου ἤδη βασιλεύοντος ἐμπεσεῖν τι νόσημα, ὦ καλὲ Φίλων, τοιοῦτο· πυρέττειν μὲν γὰρ τὰ πρῶτα πανδημεὶ ἅπαντας ἀπὸ τῆς...

Si dice che ai tempi in cui regnava Lisimaco gli abitanti della città di Abdera furono affetti da una particolare forma di malattia:

all'inizio si manifestò in tutti quanti una febbre che fin dal primo giorno si mantenne forte e violenta finché, circa nell settimo giorno, in alcuni casi una abbondante emorragia dal naso, in altri il sopraggiungere di una sudorazione altrettanto abbondante non fecero passare la febbre. Le loro menti, però, ne uscirono ridotte in una condizione assurda: erano tutti quanti in preda alla mania della tragedia e andavano declamando giambi con voce roboante, in particolare si esibivano in assolo nell'Andromeda di Euripide ed eseguivano cantando la tirata di Perseo, e così la città era piena di quei tragedi del settimo giorno, tutti pallidi e magri, che urlavano a gran voce "o tu signore degli dei e degli uomini, Eros" e via dicendo. la cosa durò un bel pò finché, con l'inverno, non sopraggiunge un gran gelo, che pose fine al loro delirio.

A causare tutto ciò credo sia stato l'attore tragico Archelao, una celebrità dell'epoca che aveva interpretato ad Abdera l'Andromeda al culmine dell'estate, con un gran caldo, cosicché gli Abderiti in massa si presero la febbre immediatamente dopo il teatro e quando in seguito si riebbero si ritrovarono trasportati nell'atmosfera della tragedia.

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