Cicerone De Amicitia 101-102 testo latino e traduzione

DE AMICITIA (Sull'amicizia) - Cicerone
Opera integrale con traduzione italiana

[101] Hac nos adulescentes benevolentia senes illos, L.

Paulum, M. Catonem, C. Galum, P. Nasicam, Ti. Gracchum, Scipionis nostri socerum, dileximus, haec etiam magis elucet inter aequales, ut inter me et Scipionem, L. Furium, P. Rupilium, Sp.

Mummium. Vicissim autem senes in adulescentium caritate acquiescimus, ut in vestra, ut in Q. Tuberonis; equidem etiam admodum adulescentis P. Rutili, A. Vergini familiaritate delector.

Quoniamque ita ratio comparata est vitae naturaeque nostrae, ut alia ex alia aetas oriatur, maxime quidem optandum est, ut cum aequalibus possis, quibuscum tamquam e carceribus emissus sis, cum isdem ad calcem, ut dicitur, pervenire.


È l'affetto con cui abbiamo amato, da giovani, i vecchi di allora, Lucio Paolo, Marco Catone, Caio Galo, Publio Nasica, Tiberio Gracco, suocero del nostro Scipione.

È l'affetto che rifulge più vivo tra noi coetanei, come tra me e Scipione, Lucio Furio, Publio Rupilio e Spurio Mummio.

E adesso, a nostra volta, ormai vecchi, troviamo sollievo nell'affetto per i giovani, come voi e come Quinto Tuberone. Dal canto mio, mi compiaccio molto anche dell'amicizia con i giovani Publio Rutilio e Aulo Verginio.

E poiché la legge della vita e della natura vuole che a una generazione ne segua un'altra, dobbiamo augurarci sopra ogni cosa di poter arrivare, come si dice, al traguardo insieme ai coetanei con cui ci siamo mossi dalla linea di partenza.

102.Sed quoniam res humanae fragiles caducaeque sunt, semper aliqui anquirendi sunt quos diligamus et a quibus diligamur; caritate enim benevolentiaque sublata omnis est e vita sublata iucunditas. Mihi quidem Scipio, quamquam est subito ereptus, vivit tamen semperque vivet; virtutem enim amavi illius viri, quae exstincta non est; nec mihi soli versatur ante oculos, qui illam semper in manibus habui, sed etiam posteris erit clara et insignis. Nemo umquam animo aut spe maiora suscipiet, qui sibi non illius memoriam atque imaginem proponendam putet.

Ma dal momento che la fragilità e la caducità sono componenti della vita umana, dobbiamo sempre cercare persone a cui dare amore e da cui riceverne: senza amore e affetto la vita perde ogni gioia. Per me Scipione, anche se mi è stato strappato all'improvviso, vive ancora e sempre vivrà, perché ho amato in questo uomo eccezionale la virtù, che non si è spenta. Non sono l'unico a conservarne il ricordo, io che l'ho sempre avuta a portata di mano; anche per i posteri sarà un luminoso punto di riferimento. Nessuno potrà concepire ideali e speranze un po' elevate se non assumerà come modello il ricordo e l'immagine di lui.

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