Socrate e gli artigiani - Platone Apologia di Socrate LIBRO VIII 22 d 22 e
Socrate e gli artigiani
VERSIONE DI GRECO di Platone
TRADUZIONE dal libro Apologia di Socrate LIBRO VIII 22 d 22 e
τελευτῶν οὖν ἐπὶ τοὺς χειροτέχνας ᾖα· ἐμαυτῷ γὰρ [22d ] συνῄδη οὐδὲν ἐπισταμένῳ ὡς ἔπος εἰπεῖν, τούτους δέ γ᾽ ᾔδη ὅτι εὑρήσοιμι πολλὰ καὶ καλὰ ἐπισταμένους....
TRADUZIONE
Per finire andai dagli artigiani; infatti sapevo di non sapere nulla, per così dire, ma credevo di scoprire che questi conoscessero molte e belle cose.
E non fuiingannato su questo, ma venni a sapere ciò che non sapevo e che essi eranopiù saggi di me. Ma o uomini ateniesi, mi sembrò che i valenti artigianiavessero lo stesso difetto dei poeti - per il fatto di praticare bene la tecnica, ciascuno riteneva di essere il più sapiente anche nelle altre più grandi cose - equesto loro errore oscurava quella loro saggezza;
così che interrogavo mestesso sull’oracolo, se avessi dovuto accettare d’essere come sono, cioè nonessere un sapiente nella sapienza di questi, né ignorante nella loro ignoranza, oppure se avere tutte e due le cose che essi hanno. Io risposi a me stesso eall’oracolo che era utile restare come sono.
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