Socrate non può venir meno al compito assegnatogli dalla divinità - versione greco Platone
SOCRATE NON PUò VENIR MENO AL COMPITO ASSEGNATOGLI DALLA DIVINITà
VERSIONE DI GRECO di Platone
INIZIO: Ταὗτα καὶ νεωτὲρῳ καì πρεσβυτὲρῳ, ὄτῳ ἂv ἐντυγχὰνω
FINE: ἀλλὰ πολλὰκιs ἀποθνἡσκειν
Tαυτα γαρ κελευει ο θεος, ευ ιστε, και εγω οιομαι ουδεν πω υμιν μειζον αγαθον γενεσθαι εν τη πολει η την εμην τω θεω υπηρεσιαν....
TRADUZIONE
Questo con giovani ed anziani, con chiunque mi incontri, farò, e con stranieri e con cittadini, ma più con i concittadini, per quanto mi siete vicini per nascita.
E’ questo che il dio comanda, seppiatelo bene. E io credo che per voinonsia stato mai nessun bene maggiore nella città che il mio servigio al dio. Niente altro facendo infatti io vado in giro che persuadere i giovani e anziani di voi anoncurarsi del corpo, né delle ricchezze né di più né tanto intensamente quanto dell’anima, affinché essa sia la migliore possibile, dicendo che “nondalle ricchezze e tutti quanti gli altri beni per gli uomini, in pubblico e in privato”. Se dunque dicendo queste cose corrompo i giovani allora è probabile che siano dannosi; ma se qualcuno afferma che io dico queste cose diverse da questa, nondice niente.
Perciò, direi, o cittadini ateniesi, sia che vi facciate convincere da Anito, sia che no, sia che assolviate, sia che no, nonpotrei fare altro, neppure se dovessi giacere morto più volte.
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