Ciro prepara un'ambasceria per il re indiano 2

Esercizi greci 2 Pagina 97 esercizio 7

ὁ οὖν ἄγγελος, ᾧ κελεύω ὑμᾶς ἡγεμόνας δοῦναι καὶ συμπράκτορας γενέσθαι, ἐλθὼν ἐκεῖσε ὧδε λέξει: ἔπεμψέ με Κῦρος, ὦ Ἰνδέ, πρὸς σέ: φησὶ δὲ...

Pertanto l'ambasciatore a cui vi invito a fornire guide e assistenza dovrà parlare, una volta arrivato laggiù in questi termini "E' Ciro, o indiano, che mi invia da te: ti comunica che ha bisogno di denaro essendo in attesa di un nuovo esercito dalla Persia (ed in effetti - precisò - lo sto aspettando).

Se tu dunque gli manderai quanto è nei tuoi mezzi egli si impegnerà, ove il dio accordi un esito favorevole alla sua impresa, a far sì che tu possa congratularti con te stesso per il favore che gli avrai reso". Ecco ciò che dirà il mio ambasciatore, ma ai vostri delegati date pure mandato di esprimersi come a voi sembra essere conveniente.

E se da lui otterremo denaro, disporremo evidentemente di più abbondanti risorse; se invece non ne otterremo, saremo consapevoli di non aver debito alcuno di gratitudine verso di lui e saremo liberi, per quanto lo riguarda, di gestire ogni cosa secondo il nostro tornaconto". Ciro disse così nella convinzione che quanti fra gli Armeni e i Caldei si apprestavano al viaggio avrebbero riferito su di lui esattamente ciò che egli stesso desiderava che tutti gli uomini dicessero e sentissero dire di lui. Poi al momento giusto, sciolsero il convito ed andarono a riposare.

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